Cosa fare in caso dì
Caduta:
Pulire con acqua le abrasioni, disinfettare con acqua ossigenata in caso di distorsione o lussazione di un arto, immobilizzare con un normale bendaggio; in caso di frattura: evitate qualsiasi spostamento.
Nebbia:
Rientrare dalla via già percorsa
Temporale:
Il temporale è annunciato dai tuoni, quindi meglio cercare un riparo. Non restare in cresta ma rientrare dalle valli laterali, con un po’ di fortuna un rifugio, una grotta o in un anfratto per ripararsi si trova. Mai mettersi sotto alberi, tenersi lontani anche da conduttori metallici, tralicci, bandiere, antenne e non tenere all’esterno dello zaino, piccozze, bastoncini. Meglio separati che in gruppo, non sdraiarsi per terra ma rannicchiarsi su un oggetto isolante.
Morso di vipera:
Difficilmente il morso di vipera provoca morte o grave sindrome clinica; la quantità di veleno iniettata è metà di quella necessaria per essere pericolosa per un adulto; le vipere in Italia sono presenti in brevi periodi dell’anno le troviamo sotto 1600 metri. Gli effetti dell’avvelenamento si notano dopo circa mezz’ora e diventano gravi dopo le due ore. Tranquillizzare chi è morso, farlo sdraiare evitare movimenti, non somministrare alcolici, se la ferita è a un arto applicare un laccio elastico o una benda elastica va messa dal morso alla radice dell'arto, e deve essere stretta a sufficienza per bloccare la circolazione del veleno, non somministrare siero antivipera.
Mal di montagna:
Una quota di 2000 metri la disponibilità di ossigeno diminuisce, e più si sale in quota e l’aria è più rarefatta riducendo la quantità di ossigeno necessaria al cervello. Chi non è abituato andare a quote alte 2800/3000 metri può avere qualche fastidio come nausea, inappetenza ed emicrania, invece oltre i 3000 metri si può avere difficoltà respiratorie, tosse, espulsione di muco, vomito e una perdita di equilibrio. L’unica cosa che ci resta da fare scendere subito verso valle, e in casi più gravi chiamare i soccorsi.
Colpo di sole:
Con un colpo di sole ci si sente deboli, irritabili, storditi e nauseati, la pelle diventa calda e secca la temperatura corporea aumenta velocemente fino i 40 gradi, mal di testa, affaticati, vertigini, la pelle fredda e sudata, si può anche svenire. Mettersi in luogo fresco; sdraiati spalle leggermente sollevate. Tenere bagnata la testa e massaggiare le gambe, dai piedi verso il cuore, bere bevande fresche evitare quelle fredde, o dell’acqua fresca contenete mezzo cucchiaio di sale, non bere bevande eccitanti.
Assideramento:
E’ causato da una prolungata esposizione al freddo che provoca un restringimento dei vasi sanguigni riducendo l’afflusso del sangue ai vari organi e tessuti. Intorpidimento, sonnolenza, la vista diminuisce, barcollamento, perdita di coscienza questi sono i sintomi. Cercare di riscaldare il corpo, bere bevande calde ma non alcolici.
Congelamento:
Il sintomo iniziale è di avere la pelle arrossata diventa bianca e infine grigia giallastra. Le zone più a rischio del corpo, sono mani, piedi, naso, orecchie; ed è causata dalla bassa temperatura che è generata dal restringimento dei vasi sanguigni, e anche non aiuta se s’indossano indumenti e scarpe troppo strette. Se c’è possibile, raggiungiamo un luogo chiuso; se siamo fortunati nel trovare dell’acqua calda, immergiamo la parte congelata, non usare acqua bollente o restare troppo vicini a una stufa; non strofinare i punti gelati e non mettere neve; bere bevande calde; se è necessario medicare con garze sterili. Quando ci siamo riscaldati, proviamo a muovere la parte colpita.